The World Of The Doubling Riders

Pier Luigi Andreoni - Riccardo Sinigaglia - Francesco Paladino

The World Of The Doubling Riders 2019

Spittle Records, in collaborazione con Officina Fonografica Italiana, presenta l'opera completa di The Doubling Riders. Nati dalle ceneri degli A.T.R.O.X. nel pieno degli anni '80 attorno al trio formato da Pier Luigi Andreoni, Francesco Paladino e Riccardo Sinigaglia, The Doubling Riders si è distinto da tantissime altre formazioni italiane per il respiro internazionale del progetto avvalendosi di collaborazioni eccellenti (Pascal Comelade, Tommaso Leddi, Mario Arcari, Ira Stein, Vox Populi e moltissimi altri...). Con un approccio di matrice elettronica ma lasciando fluire liberamente elementi di etno, folk, wave… il suono di The Doubling Riders era assolutamente inclassificabile e per questo assolutamente originale.

Accostato spesso a formazioni della new wave più colta (Tuxedomoon su tutti) The Doubling Riders è stato un progetto unico nel panorama italiano che ha lasciato un segno indelebile e importante nella nuova musica italiana. Il box THE WORLD OF THE DOUBLING RIDERS è composto da 6 CD e contiene tutti 4 gli album (tra cui uno doppio) prodotti tra il 1985 e il 1991 e rimasterizzati per l'occasione da Pier Luigi Andreoni. I primi due album sono disponibili per la prima volta in CD. Inoltre è presente un bonus CD che include una selezione di inediti e rare tracks dello stesso periodo. Un libretto di 24 pagine raccoglie tutte le informazioni dei brani e diverse foto inedite.

Non c'è più spazio per la struttura logica e per l'idea della musica come prodotto razionale: sulla strada inaugurata in precedenza (quasi solo) dai Popol Vuh, nonché in netto anticipo su tutto quel che i corrieri californiani avrebbero prodotto in quegli stessi anni, il trio italiano pone l'atmosfera e l'evocazione come uniche coordinate del proprio sound. E questo pur tenendosi ben più vicino a un'esperienza squisitamente cameristica, dunque prevedendo nell'attitudine un'evoluzione che a livello di sound era ancora da venire, elaborandone i presupposti a partire dalle origini.

The World Of The Doubling Riders 2019

The definitive Doubling Riders box set with a load of previously unreleased material is finally here. Complete discography, remastered from the original tapes. 6 x CD boxset includes 1 disc of previously unreleased material, plus 24-page booklet of liner notes and never-before-seen photographs. From its earliest days, Italian avant-garde and experimental music has always been a fascinating world of intersecting lines, unexpected meetings, and networks of conversation and collaboration. This is especially true of the country’s remarkably unique context of musical minimalism - a vast body of sound which, decades after if first emerged, continues to defy easy definition and category. As wild and varied as Italian minimalism is, there are unavoidable anchors and roots - points of clear inspiration and intersection - Franco Battiato and projects like Aktuala, Futuro Antico, and The Doubling Riders. Among these, the most neglected and overlooked has remained The Doubling Riders - the focus of an incredible 6 CD survey - The World of The Doubling Riders, issued by Spittle Records in co-operation with Officine Fonografiche Italiane. An long overdue immersion in overwhelmingly singular creativity and collaboration, this one is as essential as they come. There’s never been anything like this band!

Emerging during the early 1980s - a high point of Italian experimentalism, The Doubling Riders began as a collaboration between musical heavyweights, Pier Luigi Andreoni and Francesco Paladino, who were soon joined by Riccardo Sinigaglia of Futuro Antico fame, and an evolving, diverse cast of international voices - Pascal Comelade, Ira Stein, Tommaso Leddi, Mario Arcari, Mario De Leo, Maurizio Dehò, Vox Populi and many more... Flirting around the outer edges of ambient music, outright experimentalism, and New Wave, while bending electronics with numerous folk touch-stones, during the 80s and early 90s The Doubling Riders stood out from the pack -  easily one of the most unique projects within the Italian scene.

Between 1985 and 1991, The Doubling Riders produced 4 remarkable albums - Doublings & Silences Volume I & Volume II, World!, and Garama, each taking the group’s singular sonic universe one step further. While sinfully overlooked at the time, each has become heavily hunted on the collectors market in recent years. Poetic, abstract, creatively visionary and ambitious - blending countless musical territories into one cohesive field, Spittle Records’ collection, The World of The Doubling Riders, gathers the entirety of the trio’s fully remastered discography, adding a sixth disc of previously unreleased material and rarities. Making the set’s importance even more remarkable, is the fact that the bands first two LPs have never been reissued on any format, making this the first CD edition of both. A thrilling ride of adventurous sound which falls across the same creatively fruitful years which gave way to Sinigaglia’s seminal Riflessi, Andreoni & Paladino’s - Aeolyca, and Andreoni’s output within Andreolina, An Island In The Moon. When it comes to Italian experimentalism from the 80’s and 90’s this one is about as long overdue and historically important as they come! Absolutely essential on every possible count. Not to be missed.


Garama

Pier Luigi Andreoni - Riccardo Sinigaglia - Francesco Paladino

Garama 2015

Nel 1985, in quello che fu agli occhi di molti un decennio di declino culturale e di sostanziale stallo per quel che riguarda le espressioni più “colte” della musica contemporanea, un ensemble italiano, The Doubling Riders, fu in grado di seminare quattro dischi totalmente fuori dal coro. L'ultimo di questi, “Garama”, resta forse assieme a “Generazioni del cielo” di Roberto Cacciapaglia, il miglior esempio made in Italy di commistione tra musica colta (taluni direbbero, forse, “classica”) e nobiltà popolare (tradizione folk tipicamente mediterranea).

Le nove miniature di cui si compone questo disco abbattono infatti, fra le prime, quei confini che in un universo accademico avrebbero rappresentato all'epoca (e in parte ancor oggi) condizioni necessarie per la fruizione della musica. In primo luogo la concezione di musica stessa, ripudiata in favore di quella più ampia ed eterogenea di suono, all'interno della quale possono convivere coerentemente il canto lirico della lussuosa title track e il carillon elettronico della giocosa “Triboli Gao”, il recitato vocale narrante sulla base esotico-etnica di “La pista del Kidal” e il tribalismo di “Plus Nubiae”.

Non c'è più spazio per la struttura logica e per l'idea della musica come prodotto razionale: sulla strada inaugurata in precedenza (quasi solo) dai Popol Vuh, nonché in netto anticipo su tutto quel che i corrieri californiani avrebbero prodotto in quegli stessi anni, il trio italiano pone l'atmosfera e l'evocazione come uniche coordinate del proprio sound. E questo pur tenendosi ben più vicino a un'esperienza squisitamente cameristica, dunque prevedendo nell'attitudine un'evoluzione che a livello di sound era ancora da venire, elaborandone i presupposti a partire dalle origini.

Così nell'oscura “Djerat” il contatto arriva anche con le sperimentazioni tonali e timbriche del panorama colto tra Quaranta e Cinquanta, mentre la splendida “Oltre Cydamus” inietta effusioni orientali in un mantra à-la-Fricke. “Ultimi porti” sembra anticipare di almeno cinque anni il meglio della futura mania new age e la meditazione sciamanica de “I graffiti di Orione e delle Pleaidi” tende la mano ad Alio Die e alla sua sostanza spirituale sonora, con tanto di dedica (che è superfluo spiegare) a Henri Lothe.

Una gemma nascosta che ora torna a splendere, una cartina di tornasole in grado a posteriori di suggerire una serie di direttrici che avrebbe costituito l'ossatura dell'odierno concetto di musica atmosferica. Ma prima ancora di tutto questo e soprattutto, un disco bellissimo. Si è detto tutto tranne i nomi dei tre componenti di quest'esperienza misconosciuta e sotterranea, nomi che pronunciamo in chiusura così da riservare alla lettura un finale a sorpresa, che speriamo invogli ulteriormente ad approfondire: Pier Luigi Andreoni, Riccardo Sinigaglia e Francesco Paladino.

--- Matteo Meda - OndaRock . 23 settembre 2015

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World!

Pier Luigi Andreoni - Riccardo Sinigaglia - Francesco Paladino

Cover

Terzo capitolo per i Doubling Riders di Pier Luigi Andreoni, Riccardo Sinigaglia e Francesco Paladino, e primo in formato digitale. Il suono si fa più omogeneo e all'ascolto potrebbe sembrare meno "sorprendente" dei precedenti lavori in vinile, ma è anche meno dispersivo, ed ora ha una sua "identità", un proprio marchio musicale che lo distingue.

Il progetto è più focalizzato e le idee sono sviluppate e condivise con gli altri musicisti coinvolti. Non più, quindi, un contributo "a distanza" (magari su una traccia già definita...) ma un confronto artistico vissuto negli stessi spazi e nello stesso tempo: un disco "collettivo", sinergico nei cuori e nelle menti.

"...non si può fare a meno, parlando di Doubling Riders, di pensare ad una bolla. Leggera, trasparente. Non si può fare a meno di pensare a qualcosa che c'è nel silenzio ed al silenzio ritorna. Un silenzio che avvicina, che accomuna, che spiega. Un silenzio che trova nella musica il suo modo di farsi captare ..."

(A. Fiori Carones - sul n° 34 di Urlo).

Molti i collaboratori anche in questa occasione: Stormy Six, Gruppo Folk Internazionale, Ensemble Havadià, Futuro Antico, Muta Metu, La 1919, N.o.r.m.a., Zint ...

World! è il titolo, ed è già un manifesto, una perfetta sintesi dell'universo emotivo che ci attende: la musica è al solito spuria, i ritmi si son fatti più insistenti e l'ascoltatore si ritrova su percorsi contaminati dal mondo e dalle genti.

Le tracce scorrono una dopo l'altra in un caleidoscopico universo emotivo, tra suoni sintetici e reali: balli, viaggi, luoghi, speranze, memorie, acqua, terra, i balcani, l'oriente ... il tutto permeato da una sottile e calda vena melanconica; solo il trittico finale di "Tiddley Winks" sembra più freddo, quasi una didascalia sonora per qualche altro progetto multimediale.

Il CD esce nel 1989 per la milanese Supporti Fonografici e viene distribuito dalla Recommended Records Italia (la ADN di Marco Veronesi & co, che ne realizzerà, poi, un'edizione "deluxe" nel '91, autografata dai musicisti).

--- Odiladilu


Doublings & Silences Vol. II

Pier Luigi Andreoni - Riccardo Sinigaglia - Francesco Paladino

Cover

L’album è doppio, la confezione, molto elegante, è un box nero contenente i due vinili, un booklet con tutte le informazioni necessarie e una stampa riproducente un dipinto del famoso e compianto Gustavo Foppiani al quale il disco è dedicato. Al duo iniziale si affianca Riccardo Sinigaglia (tra gli sperimentatori italiani più interessanti emersi in Italia negli anni ’80 in quella zona di confine tra pop e avanguardia che tanti gioielli ci ha regalato in quella decade), che diventerà membro stabile del gruppo per tutti gli anni a venire e, tra i tanti collaboratori al disco, troviamo artisti di altissimo livello (personaggi del calibro di Pascal Comelade, Mario Arcari, Giovanni Sturmann, Piero Milesi, Christina Kubisch, Roberto Musci, Raffaele Serra, Gregorio Bardini, Tommaso Leddi…).

Per quello che riguarda le sonorità il disco non si discosta particolarmente dal primo nonostante una più marcata presenza di tastiere (l’onnipresente Yamaha DX7) e computers.

Nel primo disco spiccano i classici toy instruments comeladiani dell’iniziale “Venice calles“, le tastiere gotiche di “Little Penguins in Love” e quelle delicatissime di “Artery of The Sun“. Nel secondo si fanno apprezzare l’elettronica 80’s di “Azur Noise“, a metà tra ambient ed elettronica colta, i fiati distesi (siamo sempre dalle parti del Riley di “Poppy Nogood…“) di Alain Neffe in “Confidential Eggs“, le sincopi a singhiozzo di chiara ascendenza Eno/Byrne di “A poetry of broken hearts“, il recitato su soffice base elettronica alla Laurie Anderson di “The Lacerny Of the Harpstrings“, la lunga improvvisazione bucolica in stile Aktuala di “The Last Picture” con la coppia flauto/oboe vagamente psichedelica (Gregorio Bardini e Mario Arcari superlativi), l’elegante simmetria della conclusiva “Pyramid” dove ancora i flauti si evidenziano duettando con i toni gelidi delle tastiere e donandogli riverberi di calore.

Una attenzione speciale merita “La Partienze” primo brano nel quale i Doubling Riders collaborano con Mario De Leo e la sua inimitabile voce capace di unire i raga indiani con il canto popolare del sud Italia.

--- AbulQasim


Doublings & Silences Vol. I

Pier Luigi Andreoni - Francesco Paladino

Cover

Il disco d’esordio del gruppo, pubblicato dalla ADN Recommended Records Italia di Milano e attribuito a F.P. & The Doubling Riders, è intitolato “Doublings & Silences – Volume I” (e già l’idea di un primo volume definisce l’ampio respiro del progetto e l’ambizione alta a realizzare qualcosa che nel tempo potesse svilupparsi e crescere), contiene ben 16 tracce che si muovono attraverso scenari assai diversi:

si va dalle malinconiche atmosfere classicheggianti di Doublings & Silences e Nights, a tenebrose apparizioni industrial come Neoplastie Part III, passando attraverso i ricordi minimalisti di The Warm Current, droning rileyani come H F A1 e Voilà Les Tropiques, le rimembranze elettrokraute di Chinese Rain e "canzoncine" sghembe come Smell Into a Dream o vicine all’Eno più delirante come Possession and Treasures.

Tra i collaboratori fanno la parte del leone Alain Neffe , Alberto Andreoni, Giovanni Sturmann, Marino Benvisi e Gianni Defelici.

--- AbulQasim