Nobody knows how and why

Pier Luigi Andreoni - Roger Eno - Blaine L. Reininger - Arlo Bigazzi

KEEN-O Cover

Su richiesta di distributori americani e giapponesi, ecco la ristampa di un grande disco, una delle più importanti produzioni internazionali della Materiali Sonori a cavallo fra gli anni Novanta e il nuovo secolo. Con il coordinamento di Arlo Bigazzi e la produzione dello stesso Bigazzi e di Pier Luigi Andreoni (Atrox, Doubling Riders, Marco Polo Project…), si forma un eccellente quartetto con il pianista e compositore inglese Roger Eno e il violinista, chitarrista e co-leader dei Tuxedomoon, Blaine L. Reininger. Canzoni in bilico tra elettronica e ambient. Una musica sempre attuale.


E’ sempre curioso riscoprire album che per qualche caso sono sfuggiti immeritatamente alla nostra attenzione al momento della loro uscita. E’ il caso ad esempio di questo lavoro pubblicato da Materiali Sonori nel 2002 e recentemente ristampato.

“KEEN-O è un ensemble composto da Arlo Bigazzi (tra i fondatori della label italiana), Pier Luigi Andreoni (compositore che vanta collaborazioni prestigiose), Roger Eno e Blaine L. Reininger (Tuxedomoon) e questo disco, come lo stesso titolo suggerisce, è nato semplicemente dall’incontro di quattro personalità musicali di tutto rilievo che si sono trovate a loro agio nel creare musica insieme. Il risultato è un album di canzoni che appaiono fresche e piacevoli subito al primo ascolto, lasciando la voglia e la curiosità di riascoltare ognuna di queste gemme per assaporarne il gusto e la raffinatezza in fatto di soluzioni sonore e strutturali..

Difficile descrivere in poche parole il sound di questo eclettico quartetto: il rock avanguardistico più “scuro” di stampo Tuxedomoon si riflette in molti momenti del disco (ad esempio nel brano di apertura Mystic Barge o in That’s Religion) ma in generale le atmosfere celestiali create dalle tastiere e dai synth danno all’album un mood che sfiora i confini della New Age e della World Music come nella ottima L’Eresia di Basilide. La voce di Roger Eno caratterizza Drink Deeply, rendendo questa canzone uno dei momenti più suadenti dell’album. ...leggi tutto

--- Gabriele Martelli - Artists And Bands . ottobre 2016


Un bel disco si sente al primo ascolto. Un bel disco ti avvolge dalla prime note. Un bel disco ti cattura subito.

“Nobody Knows How And Why” è un bel disco. Uno di quei dischi che vorresti ascoltare sempre.

Non abbiate timore nel leggere i nomi che si “nascondono” dietro la sigla Keen-O: Blaine L. Reininger (Tuxedomoon), Roger Eno, Arlo Bigazzi e Pier Luigi Andreoni, non pensate a soluzioni astruse, non crediate di dovervi sorbire l’’ennesimo lavoro discografico di elettronica sperimentale con un pizzico di incomprensione sonora e tanto intellettualismo.

Qui ci troviamo di fronte a 11 belle canzoni (+ una traccia multimediale). Sì, avete letto bene, canzoni. Canzoni che si ascoltano, che entrano nelle orecchie con semplicità, quella semplicità che solo i grandi dischi possiedono. Permettetemi di scrivere che questo è un disco di pop pensante. Ovviamente la parola pop potete sostituirla a vostro piacimento con qualsiasi altro genere musicale.

--- Andrea Tinti - Musicplus.it


Forse noi di Visioni Sonore siamo arrivati tardi a scoprire quest’album di ben quattordici anni fa, ma la musica è cultura e non fa mai male scoprire pezzi della nostra storia e della storia delle etichette con cui collaboriamo.

Keen-O è un progetto musicale creato e portato avanti da Blaine L. Reininger (voce, archi), Arlo Bigazzi (basso, synths), Roger Eno (piano, synths) e Pier Luigi Andreoni (synths, programming e samplers), con la collaborazione di Lorenzo Moka Tommasini (synths e programming) e tanti altri ospiti.

Potremmo dire che tutto è nato per caso ed è stato costruito come un fiume in piena che con la sua forza prende e trascina tutto con se. Un lampo negli occhi di Roger e Pier Luigi e musica fu. Fin dai tempi di Doubling Riders e il tutto consolidato poi con l’avventura di Marco Polo (album realizzato da Pier Luigi Andreoni e Nicola Alesini).

E come un fiume candido e impetuoso Nobody knows how and why raccoglie diversi stili, dal pop, alla musica contemporanea e cameristisca, dall’house all’hip hop, dall’ambient al gotico. Tanti mondi primordiali sapientemente diretti dalla famiglia dei Keen-O che dopo il progetto è diventato un gruppo, capostipite poi della famosa etichetta toscana Materiali Sonori.

Nobody knows how and why è dunque un album ricco nel suoi undici brani, audace, sperimentale, intimo. Lo potremmo definire anche la colonna sonora dei nostri sogni o dei nostri desideri. Quelli più intimi, più segreti.

Sembra passato solo un giorno dalla sua realizzazione e i suoi quattordici anni se li porta benissimo. Quindi buon ascolto con questo album storico che ci porta alla scoperta di Materiali Sonori.

--- A cura di Ida Diana Marinelli - Visioni Sonore . 6 giugno 2016


Quando si fuoriesce dai confini di un genere, quando si rompe la barriera che ingabbia stili e correnti musicali e si realizza un lavoro di contaminazione e ricerca, il risultato è assicurato. Questo però se ci sono alcune condizioni, come la levatura artistica dell’autore, le idee, l'intima affinità tra gli esecutori. È accaduto con “Nobody knows how and why”. Un progetto di cui fanno parte nomi importanti non solo di Materiali Sonori ma della nuova musica contemporanea italiana e internazionale.

--- Donato Zoppo - MovimentiPROG . dicembre 2015


Keen-O, oltre le frontiere dell’elettronica

Gil Scott-Heron cantava negli anni Settanta, ormai, del secolo scorso: “The Revolution Will Not Be Televised” (La rivoluzione non sarà trasmessa in televisione). Parafrasando il titolo di questa canzone-manifesto si potrebbe dire: la musica di qualità non la troverete in tv… Questo vale in particolare per i tempi che stiamo vivendo, dove buona parte di ciò che ci circonda e di ciò che ci viene presentato si trasforma in una forma liquida, facilmente omologabile, plasmabile, consumabile.

Per fortuna non tutto è perduto. Anche se il settore della Cultura riceve sempre meno aiuti e appoggi, ci sono nicchie alternative che sanno lavorare ancora con passione e con slanci creativi. È il caso dell’etichetta indipendente Materiali Sonori, fucina artistica diretta brillantemente da Arlo Bigazzi, Francesca Pieraccini e Giampiero Bigazzi. Da quando è stata fondata, sul finire dei magici anni Settanta, sempre dell’ormai, secolo scorso, ha sfornato progetti di alto spessore, sia in collaborazione con altre etichette indipendenti (come la Crammed Discs) – si pensi per esempio a Taraf De Haidouks e Konono N°1 – sia in totale autonomia.

Nel suo catalogo troviamo nomi quali Brian Eno, Jon Hassell, Harold Budd, Hector Zazou, Wim Mertens, David Sylvian, Nusrat Fateh Ali Khan, solo per citarne alcuni. Sono artisti che non si vedranno mai in tv e che raramente vengono trasmessi dalle emittenti radio italiane di oggi. Eppure, questi musicisti, questi progetti, i cd registrati e distribuiti da Materiali Sonori hanno una vita propria, sganciata dai circuiti di massa e questo li rende imperituri, proprio perché avulsi dalle mode effimere.

Ne è un esempio lampante il progetto Keen-O, dietro cui si celano Blaine L. Reininger (voce, archi), Arlo Bigazzi (basso, synths), Roger Eno (piano, synths) e Pier Luigi Andreoni (synths, programming e samplers). Insieme avevano realizzato nel 2002 l’album Nobody knows how and why.

L’ho riascoltato proprio in questi ultimi scampoli del 2015 e, se non avessi saputo l’anno effettivo dell’uscita, avrei pensato che fosse una nuova produzione discografica. Il disco contiene 11 tracce in bilico tra elettronica e ambient (sebbene queste definizioni di genere appaiono sempre più fluide) e, nonostante abbia sulle spalle oltre 10 anni di vita, si rivela ancora attuale, fresco e contemporaneo sul piano degli arrangiamenti e delle atmosfere.

È proprio questa la forza di Materiali Sonori: avere la capacità di guardare avanti e di anticipare talvolta i suoni. Nobody knows how and why rimane una chicca da ascoltare e da riascoltare, per far viaggiare la mente e l’immaginazione in tanti paesaggi musicali, indefinibili, perché soggettivi. C’è chi vi ha ritrovato, come chi scrive, reminescenze alla Robbie Roberston (in particolare nella traccia 2 “Elegy of Himself”) ed echi sperimentali alla Cocteau Twins (“Choses À Faire”); ma sono solo reminescenze, poiché ogni brano ha una propria anima. Gli strumenti acustici (chitarre) intrecciandosi con archi e sintetizzatori creano un proprio linguaggio, autentico e originale, andando oltre le frontiere dell’elettronica.

Nobody knows how and why rimane un bel progetto che, invecchiando, come il buon vino, fa emergere il meglio di sé.

--- Silvia C. Turrin - Culture Nature Magazine . dicembre 2015


La collaborazione sembra essere divenuta la stella polaris della attiva label toscana Materiali Sonori. Sempre più frequenti sono i tentativi di mettere a contatto, di far tramare ed intrigare, mondi musicali e storie diverse eppure così vicine sul comune sentiero della ricerca. E’ il caso di questo recentissimo lavoro dei Keen-O, sigla dietro cui si celano due dei più apprezzati alchimisti sonori di casa nostra, parte integrante di Materiali Sonori, che sono Arlo Bigazzi e Pier Luigi Andreoni, ma soprattutto due fuoriclasse e fuoricasta sui quali è inutile sprecare definizioni: Roger Eno e Blaine L. Reininger. Da segnalare poi una serie di collaborazioni incisive come quelle degli insostituibili Orio Odori (clarinetto), Damiano Puliti (violoncello), Lisa Cantone (voce) e di tanti altri che colpevolmente tralascio. Quando i talenti messi sul piatto sono talmente tanti, ma soprattutto quando si sente che c’è un progetto profondo che anima la loro libera creatività, è il caso, veramente, di aspettarsi di tutto!

A sorpresa, immergendoci nella materia sonora, scopriamo di trovarci di fronte ad un disco di “canzoni” … “Finalmente” commenta ironicamente il deus ex machina Giampiero Bigazzi! Già, si tratta di brani cantati con una struttura abbastanza tradizionale, ma quante e quali sono le intuizioni: basta l’iniziale “Mystic Barge” ed è l’abrasiva voce di Reininger a catapultarci in un caleidoscopico vortice di sensazioni, “Choses à faire” strizza maggiormente l’occhio a soluzioni più “di tendenza” e non è un caso che sia uno dei brani scelti dal DJ Leo Daddi, presenza più che familiare per chi frequenta il Negroni Bar a Firenze, per la compilation del locale in questione (reperibile sempre presso Materiali Sonori). “Drink deeply” è un leggiadro palpito guidato dalla sognante voce di Eno, “That’s religion” quasi per contrappasso è opprimente e in eterna tensione, un momento di lucido delirio nella giungla metropolitana. Pur toccando, in maniera enciclopedica, una serie di stili e generi, la componente elettronica (mai invadente) è sempre presente ed a volte il tentativo di contaminazione è sorprendente nella sua sfacciata spregiudicatezza: si ascolti “Meand-U”, un brano che è la negazione del monolitico attaccarsi ad uno stereotipo. C’è ancora tempo di sognare con “I Must be here” e soprattutto con la ciclica “L’Eresia di Basilide” ed il viaggio di questi quattro pellegrini di rotte tortuose si conclude con “Nobody knows how and why”, quasi un manifesto di intenti: il bello di queste esperienze è infatti proprio l’estrema voglia di condividere un qualcosa di profondo che non si sa sistematizzare. Materiali Sonori continua a farci viaggiare, a farci mantenere il contatto col meraviglioso fascino dell’imprevisto e tutto ciò non può che incontrare la mia lode pressochè totale.

--- Antonello Cresti


Intervista a Pier Luigi Andreoni di Michele Coralli

-- Raccogliendo parte delle loro precendenti esperienze, Arlo Bigazzi, Roger Eno, Blaine L. Reininger e Pier Luigi Andreoni hanno messo a punto un progetto, Nobody Knows How and Why (Materiali Sonori), che si situa in un'area di confine tra rock e ambient, tra i discreti paesaggi elettronici e le canzoni nobilitate dall'imperiosa voce dell'ex-cantante dei Tuxedomoon. Ne parliamo con Pier Luigi Andreoni, co-produttore e co-arrangiatore del lavoro. Ci sono tre cose che ho trovato particolarmente emozionanti in questo Nobody Knows How and Why: prima di tutto la voce Blaine Reiniger che dona al lavoro una notevole carica rock soprattutto in brani come l'iniziale "Mystic Barge". Sempre in quello stesso pezzo mi ha emozionato il riff alle tastiere con quel timbro che evoca molto da vicino un mellotron. Scommetto che si tratta di un suono virtuale…

"Vedi, sono completamente d'accordo con te in questo giudizio, tuttavia posso dire che tutti abbiamo contribuito ad ottenere questo tipo di atmosfera; non dobbiamo dimenticare che sia Arlo che io, veniamo da esperienze rock pur avendo poi cercato nuove soluzioni, senza rinnegare tuttavia il nostro passato che, come in questo caso, riemerge quasi prepotentemente. In effetti Mystic Barge nasce come brano rock ed è stato più volte riarrangiato e rielaborato, con aggiunte di strumenti classici ed acustici, Blaine ci si è trovato perfettamente a suo agio. Il riff alle tastiere è, come spesso io prediligo fare, un insieme tra strumenti o campionamenti acustici e suoni puramente virtuali costruiti al computer."

-- La terza cosa che mi è piaciuta è quel brano cantato in francese da Lisa Cantone. Una canzone molto delicata. Nel complesso tutto il lavoro ruota attorno al mondo della canzone di matrice rock. Da dove nasce questa scelta?

"Indubbiamente Lisa ha contribuito in maniera essenziale, con la sua interpretazione, alla realizzazione di questo brano; abbiamo pensato che la sua voce avrebbe dato una svolta importante. Anche Lisa nasce come cantante rock, pur tuttavia non disdegnando la sperimentazione, il mettersi in gioco per ricercare nuove soluzioni e nuove sonorità. Come già detto, la 'matrice rock' non è il risultato di una scelta consapevole, ragionata o decisa a tavolino; è qualcosa che forse inevitabilmente doveva venir fuori, quando ci si trova con le persone giuste al momento giusto viene il momento di dire 'tutta la verità'..."

-- Tu e Roger Eno, avevate collaborato insieme già ai tempi del progetto Marco Polo. Cos'è rimasto di quell'esperienza in Keen-o?

"La mia collaborazione con Roger è stata una delle cose più grandi ed importanti che mi siano capitate, sia dal punto di vista umano sia dal punto di vista musicale. Siamo prima diventati amici, io sono stato diverse volte ospite suo in Inghilterra ed abbiamo avuto modo di conoscerci e di stimarci reciprocamente. Penso che il rapporto umano sia indispensabile e già una forma d'arte di per sè. Di quell'esperienza, in Keen-o, è rimasto moltissimo, basti pensare che le strutture portanti della maggior parte del brani di questo derivano da numerose session che ho avuto con lui nel corso di questi ultimi tempi. A questi 'skeletons' (come ama chiamarli Roger), o idee musicali di base, si è aggiunto il contributo fondamentale di Arlo, che ci ha lavorato tantissimo trasformandole in qualcosa di 'commestibile'. Alla fine Blaine ha dato il tocco finale, come si compete ad un fuoriclasse del suo calibro."

-- Parlaci del diverse fasi del lavoro in studio. Tu e Arlo Bigazzi l'avete prodotto. Qual'è stato l'apporto degli altri musicisti?

"Arlo ed io abbiamo arrangiato e prodotto il disco; l'arrangiamento rimane sempre una delle parti fondamentali della produzione, dall'arrangiamento il brano prende forma, fluidità, scorrevolezza ed è certamente la parte più difficile per il completamento di un'opera. L'apporto degli altri musicisti è stato fondamentale, a cominciare da Lorenzo Moka Tommasini che, come ingegnere del suono ma non solo, ha dato un apporto determinante. Con questo non voglio dimenticare mio fratello Alberto, che è una presenza quasi costante in tutte le mie produzioni, come Angelo Dall'Ospedale alla tromba, i magnifici Orio Odori e Damiano Puliti di Harmonia e tutti gli altri che colpevolmente tralascio. La grande cosa è che noi ci siamo limitati a dare delle semplici indicazioni di base, ed il tutto è uscito fuori in maniera incredibilmente naturale, senza forzature, attriti o censure di qualsiasi genere; è raro, ma quando accade è sempre una grande soddisfazione. E' magnifico, ascoltando per esempio un solo di chitarra o di violino, poter dire: 'anch'io l'avrei suonato così...' "

-- In Nobody Knows determinante è l'apporto della tecnologia nella costruzione dei suoni. Quale pensi che sia il segreto per "umanizzare" prodotti che sono sempre più marcatamente tecnologici. Forse attraverso voci e strumenti acustici?

"Indubbiamente l'apporto della tecnologia ha contribuito, in questi ultimi anni, a costruire prodotti sempre più sofisticati e vicini alla perfezione, soprattutto dal punto di vista tecnico. Con lo sviluppo della registrazione digitale per esempio, chiunque si avvicini al mondo musicale ha la possibilità di creare cose che fino a poco tempo fa erano appannaggio di pochi eletti. Resta comunque fondamentale il lato artistico, e come sempre ribadisco, il lato umano. Oggi una macchina è in grado di suonare senza alcun intervento da parte dell'uomo, se non a priori da chi ha sviluppato il programma che le permette di farlo, ma è, resta e rimarrà sempre una macchina. Il segreto, se di segreto si tratta, è molto semplice: utilizzare la tecnologia e metterla al nostro servizio e non viceversa. Utilizziamo e sfruttiamo le possibilità che la tecnologia ci mette a disposizione, è giusto e doveroso, ma facciamolo in maniera "intelligente", usiamo il computer ovviamente col cervello ma soprattutto con il "cuore"; ci accorgeremo allora che quello che ne esce è una parte di noi stessi, le nostre sensazioni, le nostre emozioni, la nostra cultura. Il computer è uno strumento, come il violoncello, la tromba, il clarinetto... dipende solo da chi e da come lo 'suona'..."

-- In conclusione dimmi come si muoverà Keen-O prossimamente. Avete progettato qualche concerto dal vivo?

"Innanzi tutto stiamo già pensando e lavorando al secondo disco (notizia in anteprima), spero e credo che riproverò le stesse emozioni del primo lavoro. Abbiamo anche in cantiere un'edizione speciale di Nobody Knows How and Why sulla quale non mi dilungo per non togliervi la sorpresa. Per quanto riguarda i concerti dal vivo è qualcosa che ci entusiasma moltissimo, le difficoltà comunque sono tante, quella logistica per esempio: Blaine vive in Grecia, Roger in uno stupendo villaggio nel Suffolk in Inghilterra, io a Piacenza ed Arlo a San Giovanni Valdarno in Toscana. Capirai quindi che i concerti dal vivo sono un problema, soprattutto in Italia dove gli spazi sono pochissimi ed è difficilissimo, per il nostro genere musicale ovviamente, organizzare una tournée (indispensabile per una questione di costi). Materiali Sonori si sta comunque attivando anche in questo senso e non è detta l'ultima parola..."


Recensione di Marco Paolucci

Succede che delle persone si incontrano e parlano. Succede che delle persone si incontrano e suonano. Succede che queste persone che si incontrano e parlano e suonano si trovano a loro agio. Succede raramente ma per fortuna succede. E allora ecco che viene fuori un disco. In questo caso la fortuna si chiama Keen-O e il disco ‘Nobody Knows How And Why’. Il gruppo formatosi per l’occasione è questo: Pier Luigi Andreoni, Roger Eno, Blaine L. Reiniger, Arlo Bigazzi. Metteteci che l’ etichetta che lo stampa si chiama Materiali Sonori e compie venticinque anni, e forse trovate una spiegazione. Se non ci riuscite ascoltate il disco. Cominciate dall’esordio intitolato Mystic Barge, fluido richiamo a certe sonorità a la Japan, oppure Playing With Colours delicato suonar/navigare verso lidi di marca Tuxedomoon. Prende subito e rimane nella mente anche la voce di Roger Eno in Drink Deeply, lo si risente e rimane, piace, così, solamente. Le fluttuazioni a la Gabriel etnico percorrono l’album e si fermano nel pezzo I Must Be Here. E ancora una litania femminile ci trasporta verso lidi lontani, quasi sylviani ascoltando Wildman’s Land. Suoni e visioni religiosamente sacri nella mistica elegia di L’Eresia di Basilide; oppure un mantra che spinge a muovere inconsapevolmente il corpo per entrare in sintonia con le visioni acustiche di Nobody Knows How And Why, lasciandosi trasportare nelle danze e rientranze. Un tocco di classe per una etichetta che ha classe. Complimenti.

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Pier Luigi Andreoni . keyboards, percussion programming

Arlo Bigazzi . bass, synthetic ambiance

Roger Eno . additional synth

Blaine L. Reininger . voice, guitar

featuring:

Lorenzo Moka Tommasini . grooves programming

Orio Odori . clarinet

Lisa Kent . vocals

Pier Luigi Andreoni . keyboards, percussion programming

Arlo Bigazzi . enviromental support

Roger Eno . synthesizer

Blaine L. Reininger . violin

featuring:

Lorenzo Moka Tommasini . additional synth

Alberto Andreoni . guitar, synthesizer

Lisa Kent . vocals

<

Pier Luigi Andreoni . keyboards, sampler, drum programming

Arlo Bigazzi . enviromental support

Roger Eno . piano

Blaine L. Reininger . violin

Pier Luigi Andreoni . keyboards, drum programming

Arlo Bigazzi . bass with e-bow, radio, additional synth, programming

Roger Eno . piano, voice, additional synth

featuring:

Lorenzo Moka Tommasini . additional programming

Pier Luigi Andreoni . keyboards, drum programming

Arlo Bigazzi . bass with e-bow, synthetic ambiance, programming

Roger Eno . piano

Blaine L. Reininger . vocals, violin

featuring:

Lorenzo Moka Tommasini . additonial synth, drum programming